Quando ci si trova di fronte alla scelta tra una visita di controllo e una prima visita, la distinzione può sembrare scontata, ma nella pratica sono in molti a commettere un errore che genera sprechi di tempo e denaro. Comprendere la differenza tra questi due tipi di accesso è fondamentale sia per il paziente che per il sistema sanitario, poiché un errore nella prenotazione o nella richiesta può bloccare il percorso diagnostico e terapeutico, oltre a portare a ulteriori ritardi nelle liste d’attesa e a pagamenti inutili.
La differenza tra la visita di controllo e la prima visita
La prima visita è quell’accesso in cui il problema del paziente viene affrontato per la prima volta dallo specialista. In questa occasione viene realizzata anche una documentazione clinica che accompagna il paziente nei successivi controlli. Può trattarsi di una cartella clinica, una scheda o una valutazione approfondita. In alcuni casi, anche un paziente già noto ma che presenta una fase nuova o diversa di una malattia può necessitare di una nuova prima visita, soprattutto se il quadro clinico è mutato in modo sostanziale o se si affida a uno specialista diverso dal precedente.
La visita di controllo (o follow up), invece, è l’accesso successivo a una prima visita o a un esame già effettuato. L’obiettivo principale della visita di controllo è monitorare l’evoluzione di una patologia già conosciuta, valutare l’efficacia di una terapia prescritta, verificare l’insorgenza di complicanze o stabilizzare la situazione clinica del paziente. Viene effettuata dopo che lo specialista ha già preso in carico il paziente e ha impostato un percorso terapeutico o diagnostico.
Nonostante questa distinzione chiara, nella pratica le due situazioni vengono spesso confuse dal paziente, specialmente nel momento della prenotazione tramite i sistemi CUP o ReCup e nella compilazione della ricetta da parte del medico di medicina generale.
L’errore comune che fa perdere tempo e soldi
Il problema più frequente riguarda la richiesta di una visita di controllo senza che ci sia mai stata una prima visita specialistica. Questo accade, ad esempio, quando un paziente, magari già seguito da un medico di base, presume che per un nuovo sintomo possa accedere direttamente a un controllo invece che a una prima visita. In realtà, la normativa e la prassi clinica stabiliscono che il primo punto di ingresso nello specialista sia sempre la prima visita, che consente l’apertura della cartella clinica specialistica e la valutazione globale del caso.
L’errore si traduce in tre problemi principali:
- Impossibilità di prenotare correttamente: senza una prima visita registrata, la richiesta di controllo può essere respinta dal sistema o dalla segreteria, costringendo il paziente a tornare dal medico curante e a ricominciare l’iter
- Aumento dei tempi di attesa: una richiesta errata porta a ulteriori passaggi burocratici e ritardi, sia per il paziente sia per chi organizza le agende degli specialisti
- Spreco di denaro: il paziente può trovarsi costretto a pagare nuovamente il ticket o ad affrontare una tariffa privata, oltre a perdere giornate di lavoro e tempo prezioso per la propria salute
Una situazione tipica è quella di chi soffre di patologie croniche. Questi pazienti hanno diritto a esenzioni e percorsi predeterminati, ma spesso tentano di prenotare un controllo con priorità, ignorando che le priorità nella ricetta (U, B, D, P) sono previste esclusivamente per le prime visite, ovvero per l’identificazione e la diagnosi della patologia, non per il suo monitoraggio.
Percorsi di prenotazione e priorità: come evitare errori
Il primo passo per evitare errori è capire che la visita di controllo deve sempre seguire la prima visita. Solo dopo che un medico specialista ha inquadrato il caso clinico, impostando il percorso terapeutico ed eventuali accertamenti futuri, il paziente può accedere ai controlli periodici necessari. Questi ultimi possono essere prenotati esclusivamente tramite la struttura dove opera lo specialista o tramite il CUP specifico di quella struttura, non attraverso il call center regionale o il sistema ReCup smart, che prevedono la gestione solo delle prime visite.
Un altro elemento critico riguarda la prescrizione e la compilazione della ricetta. Il medico di medicina generale o lo specialista deve indicare chiaramente se si tratta di prima visita o di controllo. Nelle impegnative per il controllo, in genere non vanno inserite le classi di priorità. Queste classi sono riservate alle prime visite, finalizzate alla diagnosi precoce e agli accertamenti urgenti. Prescrivere una visita di controllo con codice di esenzione per patologia cronica e contemporaneamente inserire una priorità è un errore che può invalidare l’impegnativa e impedire la prenotazione automatica degli esami o delle visite successive.
L’impatto sulle liste d’attesa e sulle tempistiche
Un errore nella richiesta di visita comporta un allungamento dei tempi di attesa sia per chi deve affrontare un nuovo problema sia per chi necessita di semplice monitoraggio. Inoltre, con la riduzione delle risorse e le agende sempre più congestionate, ogni errore rallenta ulteriormente l’accesso alle cure necessarie, creando disagio ai pazienti e stress agli operatori sanitari.
Lo stesso vale per la gestione dei pagamenti. In alcuni studi privati si è diffuso l’uso di regolare il pagamento della visita in anticipo: questa pratica aiuta a evitare le “ore invisibili” non retribuite del medico e motiva il paziente a rispettare l’appuntamento. Non dover recuperare i pagamenti persi o gestire appuntamenti annullati riduce il tempo sprecato sia per il professionista sia per il paziente.
Quando una visita di controllo può diventare una nuova prima visita
Esistono situazioni in cui, pur essendo già stati in cura da uno specialista, si rende necessaria una nuova prima visita. Questo accade quando il paziente:
- Si rivolge a uno specialista diverso da quello che lo seguiva precedentemente e la nuova struttura non possiede la sua documentazione clinica
- Presenta un sintomo diverso o una patologia completamente nuova, non collegata a quella già diagnosticata
- Trascorre un periodo di tempo molto lungo tra una visita e l’altra, tale da rendere necessario un nuovo inquadramento clinico e anamnestico
Alcune regioni o aziende sanitarie pongono limiti temporali precisi per distinguere la ripetizione di una prima visita dal controllo. Questo per garantire sempre una valutazione aggiornata della condizione del paziente e un corretto percorso assistenziale.
Consigli pratici per evitare sprechi e ritardi
- Verificare sempre con il medico se si tratta di una prima visita (per sintomi nuovi, cambiamento di diagnosi, nuovi specialisti o dopo tanto tempo) o di un controllo programmato
- Richiedere la prescrizione corretta e completa di tutte le informazioni necessarie senza assegnare priorità ai controlli quando non previsto
- Gestire le prenotazioni secondo le modalità indicate: prime visite tramite CUP regionale, controlli presso la struttura o ambulatorio di riferimento
- Conservare la propria documentazione clinica e presentarla ad ogni accesso, soprattutto se ci si rivolge a una nuova struttura
Una corretta gestione delle visite, oltre a evitare costi eccessivi e tempi persi, migliora la qualità dell’assistenza, riduce la pressione sulle liste d’attesa e consente un monitoraggio più efficace delle patologie, specie se croniche. In questo modo il paziente è realmente protagonista del proprio percorso di salute, informato e tutelato.
Per chi desidera approfondire il tema delle differenze tra visita di controllo e prima visita o capire meglio i meccanismi delle impegnative, i riferimenti istituzionali regionali e le normative sono strumenti preziosi per orientarsi fra percorsi burocratici e diritti garantiti.