La domanda su come si chiama l’erba che non cresce trova risposta principalmente in una specie erbacea molto apprezzata nei giardini moderni e negli spazi verdi a bassa manutenzione: la Dichondra repens. Questa pianta, sempreverde e a portamento prostrato, viene scelta sia per la sua resistenza che per la sua peculiare crescita estremamente contenuta, rendendola perfetta per chi desidera un prato curato senza frequenti sfalci.
Caratteristiche uniche della Dichondra repens
La Dichondra repens, spesso chiamata familiarmente “erba che non cresce”, è originaria delle zone subtropicali e tropicali, ma si adatta bene anche in molte aree temperate. Viene utilizzata come alternativa al tradizionale prato a causa della sua limitata altezza di crescita che raramente supera i 3-4 centimetri, anche se lasciata indisturbata. Questa caratteristica la rende ideale per chi desidera evitare l’uso regolare di tagliaerba e trattorini, soprattutto nei mesi caldi quando l’erba tradizionale tende a svilupparsi più rapidamente.
Dal punto di vista botanico, la Dichondra repens appartiene alla famiglia delle Convolvulaceae, condividendo alcune peculiarità come la capacità di rigenerarsi spontaneamente e di mantenersi densa e vigorosa anche in condizioni di calpestio moderato. Le foglie hanno una caratteristica forma reniforme (a rene), distribuite fitte e appiattite al suolo, dando vita a un tappeto erboso soffice, omogeneo ed estremamente ornamentale.
Vantaggi e applicazioni nei giardini
I motivi che spingono sempre più persone a optare per la Dichondra repens sono molteplici. Tra i più importanti vanno citati:
- Bassa manutenzione: necessita di rari tagli, quasi nessuno se non si desidera un aspetto estremamente ordinato.
- Elevata resa estetica: la foglia piccola, lucida e verde intenso conferisce al prato un aspetto compatto e curato.
- Resistenza al calpestio: pur non essendo adatta a usi estremamente intensi come campi da gioco, resiste bene al passaggio di persone in ambito privato senza formare antiestetiche zone spoglie.
- Capacità di rigenerazione: anche dopo piccoli danni, la pianta si riforma rapidamente, chiudendo ogni buco nel tappeto erboso.
- Adattabilità: si presta tanto per prati soleggiati quanto per zone a mezz’ombra, a patto che ci sia un’irrigazione sufficiente.
Nonostante questi vantaggi, è importante notare che la Dicondra richiede attenzione nella scelta del terreno (ben drenato) e nella gestione dell’acqua, perché tollera poco i ristagni idrici ma necessita di irrigazioni regolari nei periodi più secchi. Nel giardinaggio urbano viene spesso utilizzata in giardini privati, terrazzi, cortili e piccole aree verdi dove la manutenzione deve essere contenuta.
Altre specie considerate “erba che non cresce”
La Dizondra repens è la risposta classica e più comune, tuttavia il concetto di “erba che non cresce” può comprendere anche altre tipologie di piante utilizzate per prati poco esigenti in termini di taglio. Esistono infatti varietà di micro-trifoglio o di miscugli contenenti specie perenni a crescita lenta e compatta.
Paspalum notatum e varietà alternative
Oltre alla Dichondra, viene talvolta menzionato il Paspalum notatum, pianta perenne impiegata per manti erbosi stabili che non richiedono cure particolari e presentano una crescita relativamente moderata. Tuttavia, queste specie non raggiungono il livello di bassa crescita della Dichondra e sono più impiegate per aree ampie e meno “ornamentali”.
Festuca rubra e tappeti per zone d’ombra
La Festuca rubra è spesso scelta per prati in zone d’ombra e, sebbene cresca un po’ di più rispetto alla Dichondra, richiede comunque pochi tagli annuali grazie alla sua crescita molto lenta e all’elevata tolleranza a condizioni difficili, come la scarsa luminosità o la magrezza del suolo.
Percorso di cura e suggerimenti per la gestione
Per chi desidera un prato “che non cresce”, la scelta ideale resta la Dichondra repens, valutando alcuni accorgimenti in fase di impianto e durante la manutenzione:
- Preparazione del terreno: è essenziale lavorare e livellare il terreno, eliminando le erbacce e garantendo un drenaggio ottimale.
- Semenza e irrigazione: la semina si effettua nei mesi primaverili o a fine estate, distribuendo uniformemente i semi e mantenendo il terreno costantemente umido fino alla germinazione.
- Concimazione: usare concimi poveri di azoto e ricchi di potassio per favorire la crescita compatta e regolare, evitando sviluppi eccessivi in altezza.
- Taglio: una volta raggiunta la maturità, il taglio può essere eseguito solo poche volte all’anno, o anche trascurato del tutto se si preferisce un prato più naturale.
- Controllo erbe infestanti: la Dichondra si difende bene dalla concorrenza spontanea, ma, se necessario, il diserbo manuale è preferibile ai trattamenti chimici.
Per chi possiede animali domestici o bambini, la Dichondra risulta inoltre pratica perché il suo tappeto rimane integro e soffice, privo di pericoli di graffi o scalfitture tipiche degli steli più larghi delle graminacee tradizionali.
Sebbene non sia adatta a ogni contesto (specialmente dove si richiedono prestazioni sportive o resistenza a stress meccanici elevati), la Dichondra repens è il simbolo dell’erba che non cresce grazie alla sua eccezionale gestione semplificata e alla bellezza persistente nel tempo.