Chi ha diritto al fringe benefit 2025? Ecco la verità che non ti dicono

Con l’anno 2025, il diritto ai fringe benefit resta un tema centrale per lavoratori dipendenti e aziende, grazie anche alla recente Legge di Bilancio che ha prorogato e rafforzato alcune soglie di esenzione, ma che al tempo stesso mantiene le condizioni e i limiti già noti sul piano operativo e fiscale. Sgomberando subito ogni dubbio: non tutti i lavoratori hanno automaticamente diritto ai fringe benefit, né questi sono garantiti a prescindere. Dunque, è essenziale chiarire a chi spettano realmente e con quali modalità, sfatando così alcune convinzioni errate ancora diffuse.

Destinatari e soglie: chi può accedere davvero ai fringe benefit nel 2025

Il regime dei fringe benefit nel 2025 si applica principalmente ai lavoratori dipendenti delle aziende private, e in alcuni casi anche agli enti pubblici, nel rispetto dei contratti collettivi e delle politiche interne aziendali. Secondo la normativa aggiornata:

  • Tutti i dipendenti con un regolare contratto di lavoro subordinato, a tempo pieno o parziale, determinato o indeterminato, possono teoricamente rientrare tra i beneficiari se il datore di lavoro decide di includerli nei piani welfare o retributivi .
  • Lavoratori con figli fiscalmente a carico godono di una soglia di esenzione più elevata, pari a 2.000 euro annui, contro il limite ordinario di 1.000 euro previsto per gli altri dipendenti senza figli a carico .
  • La legge precisa che sono considerati fiscalmente a carico i figli con meno di 24 anni e reddito complessivo fino a 4.000 euro annui, oppure quelli di età superiore che non superano i 2.840,51 euro di reddito .
  • Per i neoassunti che trasferiscono la residenza oltre 100 km dal precedente domicilio per motivi di lavoro, è prevista una soglia agevolata di 5.000 euro annui nei primi due anni (2025-2026), se il reddito dell’anno precedente non supera 35.000 euro .

Attenzione però: la concessione non è “automatica”, ma è sempre subordinata alle scelte aziendali, agli accordi collettivi e alle eventuali trattative individuali. In pratica, spetta all’azienda decidere se attivare o meno i fringe benefit, entro i parametri previsti per legge, e secondo gli obiettivi di incentivi e retention del personale .

Esclusioni e categorie particolari: chi viene escluso o tutelato diversamente

Alcune categorie restano generalmente escluse dal regime ordinario dei fringe benefit:

  • Lavoratori autonomi e partite IVA: questi soggetti, anche in caso di collaborazioni continuative, non rientrano normalmente nelle norme dei fringe benefit dedicati al lavoro dipendente .
  • Collaboratori a progetto, co.co.co., stagisti: talvolta, se stabilmente integrati nell’azienda, possono ricevere benefit assimilabili ma con trattamenti fiscali differenti o addirittura esclusi dal regime agevolato .

Dirigenti e quadri, invece, spesso accedono a benefit specifici (auto aziendale, polizze assicurative, bonus alloggio), anche di valore superiore, offerti per incentivare e trattenere figure apicali o altamente qualificate, secondo politiche proprie delle singole aziende .

Quali benefit rientrano nelle soglie agevolate e quali sono le vere novità 2025

Solo alcune tipologie di beni e servizi possono essere considerate “fringe benefit” ai fini dell’esenzione. Tra i principali, rientrano:

  • Voucher (buoni pasto, buoni spesa, buoni carburante);
  • Auto aziendale a uso promiscuo;
  • Dispositivi elettronici (telefono, PC aziendale), assicurazione sanitaria;
  • Copertura delle utenze domestiche (acqua, energia elettrica, gas naturale);
  • Noleggio casa o rimborso affitto e, solo per i nuovi assunti fuori sede, anche interessi sul mutuo prima casa .

Non entrano nel regime agevolato oggetti di proprietà personale, somme erogate direttamente in busta paga come retribuzione (salvo i casi specifici su utenze e affitto), e beni che superano i limiti fissati (in tal caso, l’intero importo diventa imponibile fiscale e previdenziale ).

La vera novità rispetto agli anni precedenti è la stabilizzazione dei limiti fino al 2027, che consente una programmazione più sicura dei sistemi di welfare e l’inclusione anche di nuovi benefit legati all’abitazione, per facilitare la mobilità e la valorizzazione dei lavoratori .

Verità nascoste: cosa non viene detto sui fringe benefit

Dietro la forte visibilità del tema e la narrazione positiva, restano alcune verità poco note o spesso trascurate:

  • Non esiste un diritto soggettivo universale: nessun lavoratore può pretendere automaticamente fringe benefit se non previsti dall’azienda. L’erogazione dipende da budget, scelte e politiche interne .
  • L’accesso alle soglie maggiorate per figli a carico può essere subordinato a specifiche procedure di autocertificazione e verifica dei requisiti fiscali sul reddito dei figli .
  • I benefit concessi oltre i limiti stabiliti dalla legge perdono totalmente la loro agevolazione e diventano integralmente tassabili come reddito, incidendo su Irpef e contributi previdenziali .
  • Alcune aziende possono scegliere di offrire benefit solo a determinate categorie di lavoratori (es. quadri o dirigenti), in base agli obiettivi di retention strategica, mentre altre puntano su strumenti estesi a tutto il personale.
  • I fringe benefit non sono sempre uguali in tutti i settori: la tipologia e l’entità cambiano molto tra settore privato, pubblico, industria, servizi, piccolo commercio e multinazionali, in relazione anche ai vincoli dei contratti collettivi nazionali.
  • Per i neolavoratori fuori sede, il tetto dei 5.000 euro annui rappresenta un limite eccezionale e non ripetibile negli anni successivi senza uno specifico rinnovo normativo.

Infine, un aspetto poco sottolineato riguarda la fiscalità indiretta: molti benefit possono incidere indirettamente su bonus o detrazioni familiari, cumulandosi col reddito complessivo in caso di superamento delle soglie, portando a effetti non sempre prevedibili senza una puntuale pianificazione fiscale. Per questo è essenziale rivolgersi a consulenti o uffici amministrativi aziendali per la migliore ottimizzazione di questa preziosa risorsa.

In sintesi, il fringe benefit rappresenta nel 2025 uno strumento potente di welfare aziendale e fidelizzazione, ma richiede consapevolezza: non spetta a tutti indiscriminatamente, non è privo di vincoli fiscali e procedurali e non è mai un “diritto nascosto” garantito per legge. Solo la corretta informazione e la trasparenza nella gestione permettono di coglierne appieno le opportunità.

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